Herpes simplex (HSV)


Si tratta di un’infezione virale (HSV-1) con spiccato tropismo per le aree oro-facciale, oculare e cutanea superiore al diaframma, capaci di persistere in uno stato di latenza nei gangli trigeminali. La persistenza dura per tutta la vita dell’ospite e la riattivazione, con manifestazione clinica, avviene in seguito a stress psico-fisici, febbre, esposizione a raggi UV, sbalzi termici, allergie, manovre odontoiatriche, patologie sistemiche, ciclo mestruale.
Il contagio avviene per contatto salivare o di altri liquidi biologici.
Il primo contatto, di solito avviene nell’infanzia/prima adolescenza, e spesso non è accompagnato da manifestazioni cliniche. Nel 10% si manifesta al primo contatto con un quadro denominato Gengivostomatite erpetica primaria, tipico caratterizzato da febbre, anoressia, linfoadenopatie cervicali e ulcerazioni su mucosa cheratinizzata e non. Guarisce spontaneamente in 1-2 settimane. Nell’adulto è possibile un’estrinsecazione primaria in forma di faringotonsillite vescicolare.
Le forme ricorrenti sono rappresentate dall’herpes labialis o su altre zone a preferenza cheratinizzate (palato duro, gengive, dorso linguale). Recidiva sempre nello stesso punto e presenta una fase prodromica a cui seguono la formazione di vescicole e infine di croste.
Esistono anche forme cutanee.
Il management prevede l’identificazione delle lesioni e il trattamento sintomatico. In alcuni casi è richiesta la terapia con farmaci antivirali sistemici (aciclovir). Nelle forme ricorrenti sono utilizzabili in fase prodromica formulazioni antivirali topiche (penciclovir, aciclovir).

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