Lebbra

E’ una patologia infettiva conosciuta anche come malattia di Hansen, causata dal Mycobacterium leprae che colpisce l’epidermide, le mucose (orale e respiratoria) e i nervi.
La trasmissione più comune è per contagio diretto interumano. Nonostante l’incidenza sia notevolmente ridotta nelle ultime decadi, essa rappresenta tutt’oggi un problema di salute pubblica in molte parti del mondo (Brasile, India, Indonesia, Myanmar, Nigeria e altri stati africani).
Storicamente sono riconosciute due varianti cliniche: la lebbra tubercoloide e la lepromatosa. La manifestazione di una o dell’altra variante clinica dipende dalla risposta cellulo-mediata dell’ospite: la prima si presenta nei pazienti con una reazione immunitaria molto elevata, mentre la seconda in pazienti che hanno un ridotta risposta all’immunità cellulo-mediata.
La lebbra tubercoloide è caratterizzata dalla comparsa di macchie ipopigmentate prevalentemente cutanee, asimmetriche associate a diminuzione della sensibilità. I nervi cranici maggiormente interessati sono il trigemino e il faciale.
La lebbra lepromatosa è invece più diffusa e può coinvolgere più facilmente le mucose. E’ caratterizzata da numerose, ben definite, macule o papule ipopigmentate che colpiscono in maniera bilaterale e simmetrica la pelle e possono col tempo infiltrare. Si ha spesso alopecia nelle sedi coinvolte e distruzione di ghiandole sebacee e sudoripare. La faccia è la sede più frequentemente coinvolta, con perdita di capelli, ciglia e sopracciglia (causando la cosiddetta “facies leonina”), epistassi, congestione nasale e perdita dell’olfatto. Segno patognomonico è il collasso della piramide nasale e il coinvolgimento del setto e del pavimento.
La diagnosi si basa su una corretta anamnesi del paziente e sulla biopsia cutanea.
Il trattamento prevede la somministrazione per sei mesi di Rifampicina e Dapsone per la forma tubercoloide, mentre per la forma lepromatosa ai sovra-citati si aggiunge la Clofazimina, e si aumenta il periodo di somministrazione ad almeno due anni.